Una grande novità è stata introdotta sul servizio di cloud storage OneDrive di Microsoft, che consentirà di ridurre l’utilizzo di dati e di rendere sensibilmente più efficiente il salvataggio dei file.
L’azienda ha recentemente confermato di aver abilitato la sincronizzazione differenziale per tutti i tipi di file, sui client consumer e business.
I vantaggi più grandi saranno visibili con i file di grosse dimensioni, che non dovranno più essere caricati ex-novo quando subiranno modifiche.
OneDrive: cos’è la sincronizzazione differenziale?
Attraverso la nuova funzionalità sarà possibile sincronizzare per ogni file salvato su OneDrive solo la parte che viene effettivamente modificata, invece di caricare l’intero file ogni volta che viene apportata una modifica.
In precedenza, lavorare su alcuni tipi di file di dimensioni importanti poteva mettere a dura prova reti locali, restrizioni sui dati presenti nei pacchetti in uso, e rendere in generale frustrante l’intero lavoro svolto.
È da dire che la sincronizzazione differenziale è presente su OneDrive da anni, ma solo per i file della suite Office proprietaria.
La grande novità è che adesso è estesa su tutti i tipi di file: si tratta di una funzione richiesta dagli utenti, addirittura dal 2014. Microsoft li aveva rassicurati già nel 2017, dichiarando che la feature sarebbe arrivata, per poi tornare sull’argomento due anni più tardi senza novità di rilievo.
Alla fine è arrivata il 24 Aprile 2020, quasi sei anni dopo dalla prima richiesta rintracciabile online. La società ha confermato che la funzione è ora disponibile per tutti i tipi di file e tutti i client e che, su Windows 10, può essere combinata con la sincronizzazione on-demand. Entrambe le feature possono drasticamente alleviare gli oneri sulla rete (locale e non) di OneDrive, sincronizzando solo i file realmente necessari, e solo le parti che vengono modificate.
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