Cyber Index PMI 2023: l’importanza strategica della cybersecurity

Cyber Index PMI

È stato presentato il Cyber Index Pmi 2023 in collaborazione con Generali, gli Osservatori del Politecnico di Milano e con la partnership istituzionale dell’Agenzia nazionale per la Cybersicurezza. Secondo il rapporto, il 20% delle imprese italiane è classificato come “principiante” nell’affrontare le sfide della cybersicurezza, con un punteggio complessivo di consapevolezza di 51 su 100, al di sotto del livello di sufficienza di 60.

La visione di Confindustria sulla consapevolezza delle PMI

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi sottolinea l’importanza della salvaguardia dei dati per la crescita del Paese, definendo la cybersicurezza come una sfida strategica. Tuttavia, il rapporto indica che il 45% delle PMI riconosce il rischio cyber, ma solo il 14% ha un approccio strategico e la capacità di valutare e mitigare il rischio.

Bonomi ha anche evidenziato la necessità di strumenti di autovalutazione, dando risalto alla responsabilità imprenditoriale in merito agli investimenti nella sicurezza.

La cybersecurity risulta quindi essenziale per la protezione dei dati e dell’economia del Paese. Il presidente di Confindustria anche citato la crisi conseguente alla pandemia come catalizzatore per la riflessione sul rischio di sicurezza, marcando la necessità di proteggere intere filiere.

La cybersecurity come fattore strategico

Il direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale Bruno Frattasi ha affermato che promuovere l’innovazione e la trasformazione digitale delle PMI significa anche affrontare il rischio derivante dagli incidenti informatici. Il Cyber Index PMI segnala che, nonostante l’aumento dei cyber attacchi, le imprese italiane abbiano difficoltà a stabilire priorità e investimenti, con un punteggio medio di identificazione di 43 su 100.

Il vicepresidente di Confindustria per il digitale Agostino Santoni ha messo in evidenza l’aumento degli attacchi informatici globali e la crescente spesa in cybersecurity in Italia. Ha rimarcato tuttavia la consapevolezza dei rischi legati alla sicurezza informatica come fattore strategico di competitività per le imprese.

Generali Italia ha infine sottolineato la vulnerabilità delle PMI e l’importanza di aumentare la loro consapevolezza, maturità e protezione contro i rischi cyber.

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Cybersecurity: le PMI italiane sono davvero pronte?

cybersecurity PMI

Secondo una ricerca condotta da Grenke Italia, le PMI italiane sono ancora impreparate sul fronte della cybersecurity, mentre per le grandi realtà diventa un aspetto sempre più importante.

Una recente indagine condotta da Grenke Italia, società specializzata nel noleggio operativo di beni e servizi strumentali e Clio Security, con la supervisione scientifica di Alessandro Curioni, ha evidenziato un aspetto preoccupante per le piccole e medie imprese italiane. Con il 72,7% delle aziende che non ha mai partecipato a programmi di formazione sulla sicurezza digitale, emerge chiaramente una lacuna nella consapevolezza delle minacce online.

I dati più significativi della ricerca di Grenke Italia

I risultati rivelano un approccio superficiale al problema da parte delle aziende. Il 73,3% non è a conoscenza degli attacchi ransomware, mentre il 43% non ha designato un responsabile per la sicurezza informatica. In un’epoca in cui la connettività è lo standard, questa mancanza di preparazione costituisce una pericolosa vulnerabilità a dei potenziali attacchi.

Il quadro si complica ulteriormente con il regolamento europeo sulla privacy, che genera confusione, soprattutto in relazione alla cybersicurezza e alla protezione dei dati personali. Il 60% delle imprese che non considera prioritario affrontare le minacce ritiene che ciò non sia necessario poiché non tratta dati sensibili. Tuttavia, è fondamentale comprendere che la network security va oltre la semplice conformità normativa.

L’importanza della cybersecurity per le PMI

Aurelio Agnusdei di Grenke Italia sottolinea che la cybersicurezza è una parte integrante della trasformazione digitale. Michael Clemente di Clio Security aggiunge che gli investimenti in sicurezza debbano necessariamente aumentare, in modo da conformarsi agli standard europei e proteggere le aziende meno digitalizzate. Entrambi concordano sul fatto che la cybersecurity non può essere trascurata. Le imprese devono infatti investire nella formazione dei dipendenti, implementare misure di protezione e comprendere appieno le minacce digitali. La collaborazione tra aziende, esperti di sicurezza e istituzioni è fondamentale per creare un ecosistema digitale sicuro.

La ricerca di Grenke Italia sottolinea l’urgenza per le PMI di agire. La consapevolezza, la formazione e gli investimenti nella cybersicurezza rappresentano le chiavi per proteggere il tessuto imprenditoriale italiano in un mondo sempre più interconnesso. La sicurezza informatica non può più essere ignorata: è un imperativo digitale fondamentale per garantire un futuro sicuro e sostenibile per le imprese.

Microsoft Authenticator: le nuove funzioni per proteggersi dagli attacchi MFA Fatigue

Microsoft Authenticator mfa

Dopo l’incursione di attacchi di tipo MFA Fatigue che durante lo scorso settembre hanno interessato le notifiche dell’app Authenticator di Microsoft, l’azienda di Redmond ha affrontato la minaccia attraverso un aggiornamento progettato per migliorare l’esperienza utente e attenuare i rischi associati.

Nel costante impegno per assicurare la sicurezza degli utenti, Microsoft ha ufficialmente annunciato l’adozione di nuove misure mirate a potenziare l’autenticazione a più fattori (MFA) e a fornire una maggiore protezione contro le potenziali minacce informatiche. Queste misure sono state implementate in risposta agli attacchi MFA Fatigue che sfruttano le fastidiose notifiche spam.

Cosa sono gli attacchi MFA Fatigue

Gli attacchi MFA Fatigue rappresentano una crescente minaccia alla sicurezza informatica delle aziende e dei dipendenti, alimentati dall’incremento degli attacchi di ingegneria sociale. Questa tattica, legata all’Autenticazione a più fattori, è diventata uno degli strumenti preferiti dagli hacker che vogliono ottenere l’accesso non autorizzato alle reti aziendali, spingendo le imprese a riconsiderare le loro strategie di difesa digitale.

Gli aggressori, sempre più abili nell’acquisire credenziali, adottano diverse strategie, tra cui attacchi di phishing, malware e l’acquisto di credenziali rubate sul dark web. In risposta a questa tendenza, molte aziende hanno implementato l’autenticazione a più fattori, processo che richiede delle verifiche aggiuntive oltre login e password. Tuttavia, un nuovo fenomeno noto come MFA Fatigue sta mettendo alla prova questa pratica di sicurezza supplementare.

La tecnica MFA Fatigue si basa sullo sfruttamento delle notifiche “push” utilizzate nell’autenticazione a più fattori. Quando un utente cerca di accedere, riceve una notifica sul proprio dispositivo mobile per approvare o negare il tentativo di accesso. I cybercriminali eseguono degli script che inviano ripetutamente richieste di verifica MFA al dispositivo della vittima, generando uno “spam” di notifiche. Una prassi che mira a provocare affaticamento e confusione, inducendo l’utente ad accettare le richieste.

Microsoft Authenticator: gli ultimi aggiornamenti

Microsoft ha recentemente sottolineato l’importanza dell’autenticazione a più fattori e l’uso dell’app Authenticator è stato inoltre indicato come molto più sicuro rispetto all’autenticazione telefonica.

Un elemento chiave di questa iniziativa è la lotta contro gli attacchi MFA attraverso l’implementazione della corrispondenza dei numeri, dimostratasi particolarmente efficace nel contrastare i criminali informatici.

Nonostante la presenza di queste misure aggiuntive, gli hacker continuano costantemente a cercare dei metodi ingegnosi per carpire informazioni dagli utenti. In risposta, Microsoft ha adottato ulteriori misure di sicurezza.

Una delle modifiche principali è l’eliminazione delle notifiche popup dell’Authenticator in caso di richieste anomale. Questa implementazione ha drasticamente ridotto il numero di notifiche non pertinenti, evitando oltre 6 milioni di notifiche su Microsoft Authenticator senza password e MFA.

Le notifiche vengono ora soppresse quando una richiesta mostra potenziali rischi, come il provenire da una posizione sconosciuta o presentare altre anomalie. Questo approccio mira a ridurre significativamente gli attacchi eliminando richieste di autenticazione irrilevanti.

In situazioni in cui le richieste di accesso sono considerate rischiose, l’utente riceverà istruzioni dirette: “Apri l’app Authenticator e inserisci il numero mostrato per accedere”. Quando aprirà l’app Authenticator potrà visualizzare la richiesta e intraprendere l’azione appropriata.

Gli utenti potranno comunque accedere alle notifiche all’interno dell’app, che funge da archivio e consente di recuperare eventuali richieste perse.

Queste funzioni aggiuntive hanno portato a un’esperienza più fluida e sicura per gli utenti, migliorando la comodità e aumentando la sicurezza.

Questo nuovo approccio rappresenta un esempio tangibile di come l’evoluzione della tecnologia sia orientata a garantire un ambiente online più sicuro ed efficiente, a patto che l’utente aggiorni costantemente l’app.

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